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Bonus Psicologo, una questione spinosa

2022-12-23 16:15

Federica Gandini, Psicologa e Psicoterapeuta

Psicologia,

Bonus Psicologo, una questione spinosa

395.604 le richieste avanzate ; 41.657 quelle accettate.

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395.604 sono state le richieste avanzate all'INPS in soli 3 mesi per ottenre il Bonus Psicologo.

41.657 quelle accettate.

 

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Ancora oggi, molte persone durante i colloqui clinci riportano di soffrire dei seguenti disturbi, esorditi proprio durante la pandemia:

 

 

- SINDROME DELLA CAPANNA:

molti pazienti, durante i colloqui, ci parlano di una condizione di malessere psicologico che si manifesta quando, in seguito a un periodo di lunga clausura e isolamento come quello sperimentato durante il lockdown, si apprestano a tornare a interagire con gli altri e il mondo. 

Molte persone hanno iniziato a sviluppare una serie di difficoltà (ansia sociale, irritabilità, frustrazione, imbarazzo, senso di inadeguatezza, paura di luoghi troppo affollati) legate alla necessità e possibilità di ricominciare a uscire di casa e riprendere le normali attività di vita quotidiana. 

 

- ANSIA E ATTACCHI DI PANICO:

Sono moltissime le persone che hanno sperimentato attacchi di panico e altri sintomi ansiosi proprio durante il lock-down.

Questo è anche da imputare che in quel momento sono "saltati" tutti "paracadute" e le difese che normalmente abbiamo e a cui spesso ricorriamo per ammortizzare i colpi durante la vita quotidiana. Niente aperitivi, niente partite a calcetto, niente uscite con gli amici nè allenamenti in palestra. Spesso siamo stati costretti, più o meno consapevolmente, a fare i conti con problemi e tematiche con le quali abbiamo evitato di confrontarci a lungo.

Come riportato dal sito della Fondazione Veronesi, "nel corso dei mesi di emergenza sanitaria, il 14% degli intervistati ha dichiarato di aver iniziato ad assumere ansiolitici o sonniferi e il 10% ha fatto ricorso ad antidepressivi, mentre chi invece già faceva uso di questi farmaci prima della pandemia ha dovuto ricorrere a un incremento di dosaggio (19%). Inoltre, «il 21% ha riportato sintomi ansiosi clinicamente significativi e interferenti sulle proprie attività quotidiane, mentre il 10% ha avuto almeno un attacco di panico nel mese precedente la compilazione, senza mai averlo avuto prima nella vita".

 

- FAME NERVOSA:

Ognuno di noi ha toccato con mano quanto i vari lockdown abbiano avuto impatto anche sul nostro modo di fare la spesa e di alimentarci. 

Diversi studi raccontano come i disturbi del comportamento alimentare sul versante delle abbuffate (forte fame emotiva, binge eating disorder) sono aumentati nel corso della pandemia. 

La fame emotiva o nervosa non è di per sè un disturbo del comportamento alimentare, ma una modalità di gestione delle emozioni attraverso il cibo. Durante la pandemia molte persone hanno accentuato la tendenza a gestire con il cibo le emozioni emerse durante l'isolamento, anche perchè per qualcuno ha rappresentato una tra le poche valvole di sfogo rimaste durante quel periodo

La fame nervosa innesca circoli viziosi che hanno un effetto negativo sul benessere psicologico: emozioni negative elicitate dalla pandemia (rabbia, frustrazione, impotenza, solitudine) –> mangio per gestirle –> emozioni negative in seguito all’abbuffata (sensi di colpa, vergogna, tristezza, rabbia) –> comportamento restrittivo o compensatorio (“Mi metto a dieta ferrea/faccio un'ora di ginnastica”) –> ulteriore abbuffata.

 

-IPOCONDRIA O "ANSIA DA MALATTIA":

Durante la pandemia è chiaramente aumentata anche quella che un tempo veniva definita "ipocondria", una forte preoccupazione per la propria (o altrui) salute fisica. Il soggetto in questione sperimenta quindi una forte ansia durante le sue giornate, attanagliato dal pensiero fisso di avere una grave malattia fisica. Qualsiasi segnale del corpo, e raramente si parla di segnali gravi, viene interpretato come il sintomo di una malattia in corso o imminente e scatena una fortissima e totalizzante preoccupazione. Visite mediche e rassicurazioni dei propri cari non servono a contenere questa ansia.

 

- DEPRESSIONE E ISOLAMENTO:

alcuni pazienti hanno avuto un esordio depressivo o dei sintomi depressivi durante il lock-dow. Questo potrebbe essere dovuto prinipalmente all'isolamento sociale. Avere una buona rete sociale è in effetti tra i fattori che prevengono i disturbi dell'umore.

Molti pazienti, nella pratica clinica, riportano difficoltà a intessere nuove relazioni, insoddisfazione per la propria vita sociale, noia, desiderio di espandere la loro rete sociale e al contempo una grande difficoltà in questo senso. Gli stessi pazienti riferiscono la sensazione che la pandemia abbia contribuito ad una maggiore distanza sociale e chiuso sempre più ognuno nella sua "bolla".

 

 

Ti sei riconosciuto, anche solo in parte, in uno di questi effetti sopra descritti che la pandemia ha lasciato sulla nostra salute mentale?

Avresti mai pensato che, ancora oggi, tante persone possano riportare le cicatrici di quel periodo?